Sono stati giorni importanti, le piazze rabbiose e determinate. Piazze piene di giovani, donne e uomini.
Le parole di questi giorni non possono essere archiviate. Se davvero è cambiato qualcosa e la rabbia diventa sacrosanta ribellione lo capiremo nelle prossime settimane.
La violenza degli uomini sulle donne si può e si deve fermare.
È un impegno che innanzitutto noi uomini ci dobbiamo prendere se pensiamo davvero, e non ne facciamo una retorica di circostanza, che il patriarcato uccide.
Come primo passo concreto, certo non decisivo ma significativo, abbiamo chiesto in Consiglio Regionale che vengano potenziati i fondi per i centri antiviolenza.
Leggo, infatti, di fantomatici 10 milioni di euro messi a disposizione di questi luoghi, presidi importanti sul territorio, ma così non è.
La Regione guidata dalla Destra dovrebbe mostrare più umiltà, se non altro per il fatto che in questi anni ha stanziato solo il 20% di quei fondi. Se vogliamo davvero operare un cambiamento, non possiamo mostrare tanta ambiguità sull’uso dei fondi pubblici. Soprattutto quando si parla di mettere in campo risorse per affrontare un problema grave e serio come quello delle donne vittime di violenza.
Contro la violenza i fondi a sostegno dei centri antiviolenza non sono tutto ma trovo allucinante e cinico il costume di raccontare ambigue verità proprio mentre le donne e le ragazze (e diversi di uomini) stanno lottando a viso aperto perché le cose cambino.
Su un tema del genere la politica faccia un enorme salto di qualità.