Le dimissioni del Presidente della Fondazione Fiera Enrico Pazzali mi sembrano un fatto inevitabile. Ciò che emerge dalle intercettazioni è infatti assolutamente sufficiente, anche totalmente a prescindere dall’evolversi della vicenda giudiziaria, a rendere incompatibile la presenza di Pazzali ai vertici di un ente tanto rilevante.
Il fatto poi che un uomo di punta della destra lombarda, perfino immaginato da più parti come un possibile candidato sindaco alle prossime elezioni comunali milanesi, sia finito in questa vicenda tanto torbida e inquietante non può essere minimizzato dallo stesso presidente Fontana.
La lotta nel fango nella destra che emerge dalla lettura delle intercettazioni è qualcosa di gravissimo che colpisce l’autorevolezza delle istituzioni.
Il quadro che emerge dalla pubblicazione di intercettazioni su hackeraggi e dossieraggi è sempre più inquietante. Il presidente di Regione Lombardia Fontana non può cavarsela con qualche parola di circostanza nei confronti di chi è stato suo sodale politico e che pare, almeno da quanto leggiamo sgomenti dai giornali, agisse anche nel suo interesse politico, per esempio mettendo avversari sotto osservazione.
Va assolutamente chiarito per conto di chi agiva Pazzali. E in tutto questo, perché il presidente Fontana per tre giorni non gli ha nemmeno chiesto di autosospendersi dal ruolo? Queste sono le domande a cui si deve fornire una risposta. Fontana è tenuto a presentarsi in Consiglio regionale e dare spiegazioni convincenti.