Fontana deve mettere in riga una volta per tutte il suo assessore Romano La Russa.
Ora lo dicono anche i suoi.
Dopo gli insulti delle scorse settimane ai consiglieri di minoranza, l’assessore La Russa, mentre si discuteva la mozione di censura proprio per quelle indegne parole pronunciate in aula, ha nuovamente calunniato le opposizioni.
Per lui siamo quelli con una “matrice, violenta, quella degli anni ’70”, dimenticando totalmente la sua stessa storia personale. Parole gravi, inaccettabili, offensive, anche vigliacche.
Non tanto contro di me ma contro una intera comunità di donne e uomini, verso i miei colleghi, che non potevano cadere nel vuoto o passare come ‘innocua provocazione’.
Quelle parole infatti non sono una “provocazione” di fronte alla quale fare i superiori.
Sono concetti odiosi e diffamanti. E voglio ringraziare chi ci ha espresso la propria solidarietà.
Quando si dice “dare battaglia”…
Una giornata nella quale abbiamo sentito di tutto e di più.
Come se non bastasse, la Destra ha anche impedito la discussione di sfiducia verso Vittorio Feltri.
La mozione, riportando le parole di Feltri – “Non frequento le periferie, non mi piacciono. Sono caotiche, brute e soprattutto piene di extracomunitari che non sopporto. Basta guardarli, vedi quello che combinano qui a Milano. come fai ad amarli? Gli sparerei in bocca. Non mi vergogno affatto di considerare i musulmani delle razze inferiori” – chiedeva che il Consiglio regionale prendesse le distanze “dalle affermazioni del Consigliere Feltri, invitandolo a presentare le proprie dimissioni dalla carica.
Ps: lo stesso La Russa mi ha detto di “tornare al Corvetto”.
Come se fosse un insulto. Questo a proposito di balle sulla sinistra da ZTL e dintorni.
E sì, tornerò molto presto al Corvetto.