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Pierfrancesco Majorino, responsabile nazionale per la Casa del Pd, la Chiesa ambrosiana mette un milione di euro per l’emergenza abitativa. È normale che la Curia faccia da supplente alla politica?
«Non la vivo come una supplenza ma come un esempio e una frustata. Sulla casa la politica è stata a lungo in ritardo. Noi chiediamo al governo un piano nazionale e un cambiamento di passo».

Nel merito cosa pensa della parole dell’Arcivescovo.
«È un’iniziativa bella e importante. Sia sul piano materiale, perché dà concretamente una risposta alla domanda di case accessibili e poi anche sul piano simbolico e culturale perché dice alle istituzioni che bisogna cambiare radicalmente sulla questione del diritto alla casa. Del resto, già nel discorso alla città, l’arcivescovo aveva posto con grandissima attenzione il bisogno di un radicale cambio di passo sulla questione concrete che riguardano la città come il diritto alla salute accessibile.

Il piano Casa del Comune è sufficiente?
«È una risposta molto concreta che va nella direzione giusta, in aiuto di un ceto medio sempre più precario. Ovviamente non è sufficiente, perché il Comune da solo non può dare la risposta al bisogno abitativo, anche se è un piano incoraggiante.

Chi è che non sta facendo il proprio dovere?
«Quello dell’edilizia residenziale pubblica è un tema enorme e non riesco a capire perché la Regione sia immobile. Ci sono 23.500 alloggi popolari di proprietà regionale vuoti e zero azioni da parte della Regione. Tutte le istituzioni devono fare di più, la politica deve fare di più. È vero che non c’è nessuno che possa fare il maestrino e dare lezioni agli altri ma la Regione è l’ente pubblico italiano che ha più case vuote senza interventi di recupero»

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Pierfrancesco Majorino