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Intervista a L’Unità

“Governo di bugiardi, se ne fregano delle mostruosità nei lager libici”, parla Majorino

«Se ne frega delle mostruosità compiute nei lager, il caso di Almasri lo dimostra. È come se fossimo davanti a un accordo bilaterale con la Libia sul diritto alla tortura. Del parere della Cpi l’Italia se ne infischia anche di fronte a Netanyahu che ha mani da stragista»

 

Pierfrancesco Majorino, segreteria nazionale Partito Democratico, capogruppo nel consiglio regionale della Lombardia. “Concorso esterno in tortura. L’Italia obbedisce ad Almasri, Tajani delegittima l’Aja, Piantedosi in Senato inguaia Meloni, Nordio Sparito”. Così l’Unità titolava in prima pagina sul “caso Almasri”. Cosa racconta questa brutta storia?
Racconta cose diverse e tutte preoccupanti. Da una parte ovviamente c’è la totale inaffidabilità di un governo di bugiardi. Perché, va detto, la prima delle frasi da cui partire per fornire una ricostruzione adeguata dei fatti è quella di mesi fa di Giorgia Meloni, sui trafficanti a cui si sarebbe data la caccia lungo tutto “il globo terracqueo”. Dall’altra, ancora una volta questa pagina orrenda dice del tasso di disumanizzazione in atto. Chiariamoci: Almasri può essere rispedito con tanto di volo di Stato in terra libica perché alla fine importano molto poco i capi d’accusa che lo riguardano, poiché la questione di fondo sull’immigrazione resta sempre la stessa: alimentare il discorso dell’invasione da contrastare con i muri e oggi, in modo molto più esplicito, le deportazioni. Infine, e qui la cosa andrà indagata a fondo, l’impressione che si ha è quella di un Almasri interessante per quel che potrebbe dire, spiegare, raccontare. Dunque, è meglio che taccia. Che sia mai che grazie a un criminale come lui, e alle sue parole, non si arrivi ancora più a fondo di alcune verità riguardanti l’azione della polizia libica, della guardia costiera o di quel che accade nei lager o, magari, fuori dai lager, nei deserti che li circondano.

Non è da oggi che l’Italia sostiene, finanzia, arma quell’organizzazione criminale denominata guardia costiera libica.
Assolutamente. Ed è corretto ricordarlo e ricordarcelo, anche a sinistra. Posso rivendicare, senza che la cosa costituisca un motivo di particolare vanto, poiché lo ammetto ogni volta che ci penso il tutto mi rattrista, di aver denunciato al Parlamento europeo nel 2019 il finanziamento avvenuto a sostegno della Guardia costiera libica, un’organizzazione composta in gran parte da pericolosi criminali che diversi governi italiani hanno sostenuto. Un finanziamento, peraltro, avvenuto distraendo risorse dall’ambito della Cooperazione internazionale. Una vera vergogna, italiana ed europea. Quei fondi non sono assolutamente serviti a fare cose positive, di alcun genere. Ma semplicemente ad alimentare l’azione contro i diritti umani portata avanti da personaggi discutibili e discussi e in vari casi protagonisti di torture e abusi.

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Pierfrancesco Majorino