Attenzione. Questa è una vera vergogna.
Non esiste un “caso San Raffaele”: esiste il caso Lombardia.
All’ospedale San Raffaele personale non adeguatamente istruito, e forse neppure qualificato, sarebbe stato impiegato in reparti fondamentali, si è letto anche in terapia intensiva, e sarebbero stati distribuiti erroneamente perfino alcuni farmaci.
Ma attenzione!
Quel che sta emergendo è la conseguenza di anni di subalternità della Regione nei confronti dei grandi gruppi della sanità privata.
La salute è stata messa in secondo piano rispetto al profitto, tutto è avvenuto alle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori e sulla pelle dei pazienti.
Una vicenda sconcertante, che colpisce il diritto alla cura di tutte e tutti.
Non bastano le (ovvie) dimissioni dell’amministratore unico del San Raffaele: cambiare il nome su una porta non cancella quanto sta accadendo.
Va cambiato l’intero modello.
Per questo, dopo aver presentato la legge d’iniziativa popolare, insieme alle altre opposizioni pretendiamo che venga convocata una seduta straordinaria del Consiglio regionale per rimettere al centro il diritto dei lombardi a cure dignitose, in tempi accettabili e indipendenti dal reddito.
Basta con il ricatto: vuoi farti curare? Paga.



