Togliendo il dolore dagli occhi
Prigioniero di un oscuro carnefice, un uomo si chiede il motivo della violenza che è costretto a subire, incapace, come chi legge, di capire la ferocia del suo aguzzino. Così inizia un cammino verso la comprensione che è anche una discesa nelle profondità dell'animo umano. Majorino cala il lettore in un'atmosfera straniante, dove nulla è ciò che sembra e tutti hanno qualcosa da nascondere. La vicenda si snoda fra lo spazio angusto di uno scantinato e una realtà degradata, dove si muovono grotteschi personaggi che caricano l'atmosfera di inquietudine. Fa da sfondo alla narrazione la guerra dei Balcani; l'ultimo grande conflitto europeo acquista voce di personaggio per raccontare una storia di violenza capace di risvegliare le angosce sopite del Novecento. Majorino offre la possibilità di riflettere sulla facile indulgenza con cui trattiamo il nostro passato, e sulla sufficienza con cui guardiamo alle possibilità che ci vengono offerte da pace e democrazia. Ci si può realmente rendere conto di cosa significhi vivere in uno scenario bellico? Può bastare l'idealismo, il pacifismo di comodo con cui si critica la guerra comodamente seduti in poltrona per comprendere davvero cosa essa rappresenti per l'essere umano?