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Ho appena concluso i miei ultimi giorni a Bruxelles da parlamentare europeo. Sono stati anni importanti e difficili. Di grandi sfide e tentativi andati a vuoto, di scommesse vinte e scommesse ancora tutte da
giocare.

In campagna elettorale nel 2019 dicevo che si dovesse “difendere l’Europa per cambiarla e cambiare l’Europa
per difenderla” e ne sono ancora più convinto. Ciò è quel che penso anche dopo aver frequentato assiduamente le istituzioni europee. Di questo certamente, in futuro, parleremo.

Grazie a tutte-i quelle-i che mi hanno aiutato, consigliato, sostenuto. Alle organizzazioni non governative, alle associazioni, ai cittadini e agli attivisti che mi hanno segnalato contributi e idee per offrire un punto di vista sui diritti umani spero non scontato, per sottolineare la rilevanza irriducibile costituita da milioni di europei poveri spesso senza voce, per portare la voce degli utenti e dei lavoratori delle RSA nell’aula parlamentare, per raccontare i confini e per stare sui confini (con le loro speranze e le loro disperazioni), per affrontare il tema enorme delle interferenze nei processi democratici (attraverso un lavoro unico che ci ha permesso di scrivere la prima relazione al mondo in materia). Grazie a chi mi ha accompagnato nel percorso della Commissione Cooperazione e Sviluppo e generalmente a chi mi ha accompagnato nella realizzazione di dossier, interrogazioni, emendamenti, pareri, relazioni, risoluzioni.

Nelle prossime settimane pubblicherò sul mio sito due rapporti sul mio mandato nei quali illustrerò anche
gli ultimi provvedimenti, su ecoreati e due diligence delle imprese, ai quali stavo collaborando-.
Grazie alla splendida e tenace delegazione degli Eurodeputati PD. Davvero una grande squadra. E grazie alla famiglia Socialists and Democrats: è stato un onore farne parte. Grazie a Casa Comune, Daniele Nahum, Alessandro Cesqui, Daniele Borca e il Casanovi. E in particolare con enormi dosi di riconoscenza a
Sara Bossa, la splendida Marina Petrillo e ai miei due straordinari compagni di viaggio tra Bruxelles e
Strasburgo: Giorgio Marasà e Alessandra Buffa.
Continueremo a fare, raccontare, camminare.

Pierfrancesco Majorino