Patrik Zaki sta presentando il suo libro “Sogni e illusioni di libertà. La mia storia” edito da La Nave di Teseo. Da cittadino di una città che ospita da sempre voci diverse ringrazio davvero l’editore, i promotori e i partecipanti per la serata di presentazione al Teatro Franco Parenti, in dialogo con il Direttore de La Repubblica Maurizio Molinari.
Come mi è già capitato di dire la censura delle idee è il modo più dannoso e stupido per affrontare quel che sta accadendo in Medio Oriente.
Zaki in questi giorni ha detto a più riprese quel che oggi ha ribadito anche al Corriere della Sera (“Io non nulla a che fare con Hamas! Sono cristiano e sono di sinistra, non sono un integralista islamico. In Egitto quelli come me vengono uccisi dagli integralisti islamici. Nel 2014 raccolsi aiuti umanitari per Gaza ma mi dissero che era meglio che non andassi a portarli, perché non sarei stato il benvenuto. Io sono per la Palestina, non per Hamas”).
Ma soprattutto stringerò la mano a una persona che ho avuto modo di conoscere “a distanza” in questi anni per lui e la sua famiglia davvero terribili.
Credo che la battaglia culturale e civile per il rispetto dei diritti umani debba gettare ponti.
E vado ad ascoltarlo, consapevole comunque di non condividere tutto ciò che afferma (cosa che, proprio sulla questione israelo-palestinese mi capita con diversi frequentatori delle mie pagine social) perché credo che il confronto in questo momento sia essenziale.
Non è segno di debolezza: è segno di forza.
E noi abbiamo bisogno di democrazie forti. Il vero antidoto di fronte ai fondamentalismi.