Skip to main content

Torno a dirlo: il “caso Almasri” non è stato un incidente. È il manifesto politico di una destra pericolosa che continua a colpire chi soccorre in mare, ostacolando la solidarietà e trasformando il Mediterraneo in un cimitero.

Ne ho parlato in una intervista a L’Unità: il governo Meloni alimenta un meccanismo repressivo invece di affrontare con serietà la gestione dei flussi migratori.

Si preferisce armare guardie libiche con le mani sporche di sangue e ostacolare le ONG, piuttosto che costruire politiche di accoglienza, integrazione e giustizia sociale con canali di accesso legali e superamento della Bossi-Fini.

Del resto per “loro” l’immigrazione deve rimanere un’emergenza permanente, per lucrare consenso sul rancore: un’arma di distrazione di massa affinché non si affrontino le vere emergenze, i salari fermi al palo o le liste d’attesa nella sanità.

Intanto l’Europa resta immobile, non solo sulla tragedia del Mediterraneo ma anche davanti al genocidio del popolo palestinese.

L’incertezza delle istituzioni comunitarie colpisce la loro credibilità in modo pazzesco.

C’è un pezzo di una nuova generazione che vorrebbe incontrare l’Europa a Gaza e questo oggi non accade.

Ma la società civile non sta ferma e dobbiamo sostenerla.

Pierfrancesco Majorino