Abbiamo occupato la presidenza del consiglio regionale perché non abbiamo avuto altra scelta. Con la sanità allo sbando, il trasporto pubblico al collasso, le case popolari vuote e lasciate marcire, dalla destra zero risposte: la sua vera priorità sono i soliti regali alle solite lobby, in questo caso i cacciatori.
Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia pensavano di sbloccare facilmente il divieto di caccia nei valichi montani, visto che sta iniziando la stagione venatoria, e guai a toccare gli amici di sempre. Quindi, si sono spinti fino a violare il regolamento generale del consiglio regionale, inserendo forzatamente in discussione un punto all’ordine del giorno, prima in Commissione Agricoltura e poi in consiglio, in modo non legittimo, non dando il tempo sufficiente ai consiglieri di fare il proprio lavoro.
Noi li abbiamo costretti a restare in Aula tutto il giorno e, alla fine, abbiamo occupato pacificamente la presidenza del consiglio regionale. Volevamo che passasse un messaggio ed è passato: noi non ci stiamo.
(La legge per la montagna, recentemente approvata dal Governo, ha riaperto, infatti, l’attività venatoria sui valichi montani, ma la delibera che recepisce la novità è stata votata dalla Giunta solo 24 ore prima che arrivasse in consiglio. Anche in Commissione Agricoltura la documentazione è stata sottoposta lunedì ai consiglieri solo pochi minuti prima della seduta, mentre il regolamento stabilisce che per le sedute straordinarie ci voglia almeno un giorno di tempo per visionare i testi)
E continuano i loro tentativi di non far votare la legge di iniziativa popolare che affronteremo in Aula il 21 ottobre.
Ma lo dico adesso, qualche seduta prima che la nostra proposta sia trattata: non accetteremo colpi di mano o atteggiamenti di questo tipo per una iniziativa che vuole riformare la sanità lombarda, a partire dalle liste d’attesa.
Se si trova il tempo e il modo per i cacciatori, non si pensi di sequestrare la discussione sul futuro della sanità e della salute di tutti i lombardi, ritenendola, come già accaduto in Commissione Sanità, non degna di confronto. Ci auguriamo, invece, una presa di posizione dei capigruppo di maggioranza diversa, che tenga conto che la legge di iniziativa popolare è stata sottoscritta da 100mila cittadini della nostra regione, che non possono essere ignorati
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