Ha ragione Paola Bocci: la Regione Lombardia deve fare molto, molto di più per garantire il rispetto del diritto di scelta delle donne, rendendo possibile in tutti i territori e in tutte le strutture ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza e scegliere in che modo farla.
Dal nostro monitoraggio emerge uno scenario grave: in Lombardia ben 12 strutture sulle 50 che effettuano questo servizio non offrono la possibilità di utilizzare l’Ivg farmacologica, e le liste d’attesa si allungano, amplificate dall’obiezione di coscienza.
Siamo, poi, ancora una volta di fronte a una clamorosa sottovalutazione della Regione rispetto al ruolo di prevenzione, formazione ed educazione sessuale dei consultori, che noi invece vogliamo rilanciare: le nuove generazioni di ragazze devono essere aiutate e sostenute. Per questo, di fronte alla necessità di migliorare decisamente l’applicazione della legge 194, chiediamo a Regione Lombardia di presentare un piano per il rilancio dei consultori.